UN'ECOMUSEO PER LE LINEE DEI GIOVI
mostra dal 5 al 13 ottobre 2013
Obiettivo della mostra: presentare la proposta dell'Associazione per la valorizzazione del territorio della Valle Scrivia.
L'esposizione si sviluppa su più temi che si intrecciano continuamente con la memoria popolare utilizzando come filo conduttore le esperienze di lavoro e di vita degli abitanti della vallata:
- Il fiume ed il paesaggio. I manufatti di pregio (Viadotti, Ponti e Gallerie, Stazioni) realizzati dalle FS negli ultimi 150 anni e tuttora in esercizio. Le strutture di archeologia industriale dismesse, non solo ferroviarie, (Fornaci, Centrali elettriche, Stazioni e Sottostazioni elettriche, Caselli, Posti di Blocco). I mezzi di trazione che nelle varie epoche hanno fatto la storia delle Linee dei Giovi.
- Le esperienze di vita e di lavoro di ferrovieri e altri abitanti della zona che hanno operato in significative attività lavorative della Valle Scrivia nel periodo dagli anni Trenta agli anni Ottanta del Novecento: brani tratti dalle interviste realizzate a cura di Francesco Bertuccio e Giovanna Mello, integralmente pubblicate nel volume “Quelle grandi ruote rosse. Storie di vita e di lavoro in Valle Scriva”, ed. SAGEP, presentato ai visitatori in occasione della mostra. (Per chi fosse interessato all'acquisto, il volume è disponibile nella nostra sede al prezzo speciale di 20 euro, oppure online nel sito Feltrinelli)
- IN ESPOSIZIONE: modelli e reperti dell'Associazione; il modello in grande scala di una locomotiva a vapore realizzata dal sig. Oreste Maranzana e donata dalla nipote Laura Bisio, ristrutturata dai volontari dell'Associazione; alcuni modelli autocostruiti in ottone (fra cui un diesel da manovra D141) di un noto fermodellista di Busalla, l'ing. Colletto. Come in altre occasioni vengono esposti i modelli E626 ed E432, in scala 1:32, completamente in acciaio e funzionanti, di Attilio Mari.
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L'indice dei pannelli
- Praticamente nessuno ha idea di come fosse il paesaggio della vallata prima della ferrovia (Sergio Pedemonte, Capostazione, Ispettore geologo FS classe 1950).
- Noi c’eravamo tutto il giorno nel fiume (Angelo Persano, Tecnico impianti elettrici classe 1939).
- Nel fiume passavamo molte ore della giornata (Eugenia Simonotto, Casalinga classe 1926).
- Le cave hanno lavorato tanto nel periodo della ricostruzione (Angelo Persano, Tecnico impianti elettrici classe 1939).
- E CIA-E (Attilio Percivale, Capomanovra classe 1915).
- Quando veniva la piena portava tanta sabbia, e noi si andava a "marcarla" (Pierino Tavella, Imprenditore trasporti cavalli e camion classe 1923).
- Questi ponti sono opere d’arte, perché sono unici, non sono riproducibili! (Sergio Pedemonte, Capostazione, Ispettore geologo FS classe 1950).
- La calce deve essere fatta con le pietre della cava del sig. Pejrano di Borlasca (Sergio Pedemonte, Capostazione, Ispettore geologo FS classe 1950).
- O ponte ciü bello! Grande! Grosso! (Pierino Cereseto, Guardiablocco Conduttore classe 1931).
- Sopra la Prïa Pertûsa si vede una strana costruzione (Sergio Pedemonte, Capostazione, Ispettore geologo FS classe 1950).
- Ronco era una stazione eccezionale (Giuseppe Dasso, Capostazione classe 1941 e Franco Bagnasco, Manovratore classe 1944).
- La sera la stazione era un punto sempre illuminato (Sergio Pedemonte, Capostazione, Ispettore geologo FS classe 1950).
- A Borgo Fornari c’è uno spazio immenso, c’era la sottostazione (Alessandro Cabella, Elettricista, Capo tecnico classe 1937).
- Sulla salita dei Giovi si facevano i treni in tripla (Dino Campi, Macchinista classe 1924).
- Belin! Non ci passo! Picchio sopra! (Franco Ameri, Macchinista classe 1950).
- Cesare Pozzo. Le prime idee di stato sociale.
- Il macchinista guida, un cavallo di fuoco.
- Non saprei dire quanti erano i soci, ma erano tutti ferrovieri (Giuseppina Ghiglione, Commessa Cooperativa Ferrovieri classe 1929).
- Quando siamo entrate in cooperativa nel 1945, eravamo tutte in regola (Giuseppina Ghiglione, Commessa Cooperativa Ferrovieri classe 1929).
- In Valle Scrivia la concia delle pelli aveva una tradizione centenaria (Narciso Balbi, Amministratore classe 1938).
- Fin che la stazione funzionava c’era in paese molto movimento (Maurizio Malvasio, Commerciante classe 1950).
- Ragazzi e ragazze che a dodici anni entravano a lavorare nella tessitura (Eugenia Simonatto, Casalinga classe 1926).
- Un lavoro durissimo, neanche i galeotti facevano lavori così (Michele Ferrario, Impresario - Presidente CRI Ronco Scrivia classe 1933).
- I cavalli da lavoro sono persone, non si imbizzarrivano (Pierino Tavella, Imprenditore trasporti cavalli e camion classe 1923).
- La villeggiatura (Eugenia Simonotto, Casalinga classe 1926).
- Ho fatto il macchinista, ho fatto il portatore di Cristi (Adriano Traverso, Macchinista classe 1922).
- I Mastodonti dei Giovi.
- L’armonia che c’era tra macchinista, aiuto e macchina, specialmente con il vapore, era determinante (Franco Ameri, Macchinista classe 1950).
- Mi trovo una 550 di quelle storiche... era il Mulo dei Giovi (Dino Campi, Macchinista classe 1924).
- Se si fermava la macchina, era quasi un’onta ed era un motivo di orgoglio cavartela da solo (Francesco Rosa, Macchinista classe 1941).
- Era semplicissima da usare e non dava mai problemi, non si guastava mai! (Dino Campi, Macchinista classe 1924).
- Macchine e macchinisti.
- E550 il mulo dei Giovi.
- Bisogna provare cosa vuol dire stare quindici o sedici ore in una garitta, al freddo! (Rino Olivieri, Capo personale viaggiante, Fiduciario zonale C.O.N.I. classe 1924).
- Me toccavo e pensavo: “Chissà che bêuggio che g’ho in ta pansa!” (Lorenzo Percivale, Capo manovra classe 1915).
- Uscivamo dalla postazione con la nostra bandiera rossa avvolta nel fodero (Luigi Bottaro, Cantoniere, Macchinista classe 1948).
- Nel marzo del ’59 io ho iniziato a fare i primi collegamenti elettrici sul piazzale (Giuseppe Bonelli, Elettricista classe 1936).
- Per me la ferrovia è stata una scelta di vita (Luigi Bonafini, Capostazione sovrintendente classe 1945).
- Noi con le cisterne abbiamo avuto tanto lavoro, tantissimo (Antonio Traverso, Manovratore classe 1948).
- Sul treno eravamo tutti maschietti, bambine non ce n’erano (Giorgio Traverso, Deviatore classe 1931).
- Uno dei giochi preferiti era salire sulle locomotive e giocare “al treno” (Pietro Sonzogno, Architetto classe 1957).
- I soldi della ferrovia bastavano per vivere... ma non bastavano per uno che voleva fare qualcosa, e io volevo fare qualcosa nella vita (Erasmo Traverso, Verificatore classe 1949).
- Sottostazioni e centrali elettriche.
- Guarda, tra poco passa il re; abbiamo già i fiori, tu sei tutta bella in ordine, glieli porti tu! (Mirella Balbi, Casalinga).
- Io non so perché, forse non hanno voluto consegnare le armi (Francesco Rampon, Capostazione classe 1926).
- Ho visto i grappoli di bombe che scendevano e luccicavano al sole (Francesco Rampon, Capostazione classe 1926).
- C’erano i miei fratelli, il mio papà ha riconosciuto gli scarponi (Michelangelo Grosso, Macchinista classe 1930).
- Una sera arriva un ragazzo, che poi è morto, o Garibaldi (Pierino Cereseto, Guardiablocco, Conduttore classe 1931).
- Non ci fu più un momento del mio tempo dedicato ad altre attività che non fosse lo studio (Rodolfo Romanello, Impianti elettrici, capo settore tecnico classe 1940).